Divergent (USA | 2014 | 143 min) [Ovvero la storia di Crisididentita che va al cinema del tutto ignara e si prende una bella botta da 10 tonnellate stile Ryo Saeba per il protagonista.]
Shailene Woodley (Beatrice ‘Tris’ Prior), Theo James (Tobias “Quattro” Eaton), Kate Winslet (Jeanine Matthews), Ansel Elgort (Caleb Prior), Miles Teller (Peter), Ray Stevenson (Marcus Eaton), Ashley Judd (Natalie Prior), Maggie Q (Tori), Jai Courtney (Eric), Zoë Kravitz (Christina), Tony Goldwyn (Andrew Prior), Mekhi Phifer (Max).
Regia: Neil Burger
Genere: Fantascienza | Azione | Avventura | Romantico
Un consiglio prima di tutto: Andate al cinema a vederlo!
Incipit: Chicago. La città e circondata da un’altissima recinzione e, in uno scenario apparentemente post-apocalittico, in un futuro non ben precisato, l’umanità (gli abitanti di Chicago in effetti) vive in apparente serenità, dividendosi in cinque fazioni, ognuna basata su un valore: la generosità per gli Abneganti (che attualmente governano), l’amicizia per i Pacifici (che coltivano in campi come in una grandissima comunità hippy. Peace & Love), la sincerità per i Candidi (a loro il compito di legiferare), il coraggio per gli Intrepidi (che si occupano della sicurezza della popolazione) e la sapienza per gli Eruditi (principalmente insegnati e ricercatori).
Al compimento dei sedici anni, i fratelli Beatrice e Caleb Prior, di famiglia Abneganti, vengono convocati insieme a tutti i loro coetanei delle varie fazioni per fare il test attitudinale che permette di stabilire qual’è la loro inclinazione naturale. Non si tratta però di un quiz a risposta multipla come per la patente, bensì di trangugiare un liquido che provoca un’allucinazione dove vieni messo alla prova e, in base a come reagisci, i sensori a cui sei collegato registrano qual’è la caratteristica dominante. I successivi giorni passano nell’ansia di dover scegliere, poiché nonostante il test, che è più che altro un suggerimento, i giovani possono decidere autonomamente in quale fazione stare. Restare tra gli Abneganti con la propria famiglia o prendere una nuova strada per il resto della propria vita?
(Beatrice poco prima del trip)
Da qui in poi è [[SPOILER]], se non volete sapere cosa succede andate in fondo all’articolo: Il problema nasce quando, come nel caso della nostra protagonista Beatrice, c’è un equo mix dei diversi istinti: allora sei un Divergente. Figo! Direte voi. Manco per niente! Alle alte sfere, comandate dall’Erudita tutta d’un pezzo Jeanine Matthews (Kate Winslet) tutto ciò che non è omologato non piace, in quanto potenziale rischio, perciò se si viene scoperti si rischia la capoccia. Per fortuna di Beatrice la sua esaminatrice, Tori aka Nikita (sarà mica parente di Gran Torino Scudodiquercia?), decide di coprirla, inserendo nel computer che è risultata Abnegante come la sua famiglia e consigliandole caldamente di non farsi beccare se vuole sopravvivere.
“La fazione prima del sangue.”
Questo è il motto. Una volta che si sceglie è per sempre, come i diamanti, e qualche goccia di sangue viene versata in una delle cinque ciotole contenenti gli elementi distintivi delle fazioni (tagliandosi il palmo, tutti con lo stesso coltello! Mooolto igienico). Dopo un primo colpo di scena in cui vediamo Caleb abbandonare la sua famiglia e gli Abneganti per diventare un Erudito, assistiamo all’indecisione di Beatrice, anche se sappiamo già dove andrà a parare: sceglie di diventare un’Intrepida, che non è esattamente il modo migliore per non dare nell’occhio, dato che costoro sono campioni mondiali di parkour, corrono e saltano da treni in corsa sui tetti e i tralicci e si arrampicano come scimmie ridendo e urlando.
D’altronde sono anche i più fighi, e ce ne rendiamo conto dopo poco, quando i nuovi Intrepidi vengono iniziati buttandosi nel vuoto da un tetto, senza vedere dove e quando atterreranno. Beatrice si offre di farlo per prima, e atterra su una rete di protezione e poi tra le braccia di uno gnocco stratosferico, Quattro (sì sì, proprio come il numero). Beata lei!
(Hello sunshine! Ok, scusate, cerco di contenermi.)
Il super fig…ehm, Quattro, che è poi uno degli addestratori delle nuove reclute, le chiede il suo nome, dicendole che se vuole può sceglierne uno nuovo, ma che non potrà mai più cambiarlo, e lei sceglie Tris (abbreviativo di Beatrice, ma senza dubbio più cool). Già da questa simpatica sinfonia numerologica di nomi, e dagli sguardi languidi tra i due, capiamo che la melassa sta per scorrere a fiumi (FinalCiack®), per mio immenso giubilo aggiungerei. In realtà, per non scoraggiare il pubblico maschile, buona parte del film è incentrato sull’addestramento in stile militare (c’è anche una camerata promiscua con tanto di latrine per farla tutti insieme allegramente, yuppi!) e sulla classifica a punti basata sulle dimostrazioni di coraggio. Chi resta nelle ultime posizioni dopo l’esame finale non sarà un intrepido, ma finirà tra gli Esclusi, ovvero i barboni senza arte né parte che vivono per le strade. Bella fregatura! Seguono diversi incontri di lotta corpo a corpo in cui Tris puntualmente finisce k.o. in infermeria, esercitazioni di sparo e lancio dei coltelli, e chi più ne ha più ne metta, anche se sotto sotto la glicemia sale e gli occhi brillano.
Inizialmente la nostra protagonista non se la cava gran che bene, ma grazie alle sue capacità uniche e soprattutto all’aiuto di Raggio di Sole, di Quattro insomma, che le sta vicino in vari modi (“Vuoi vedere il mio tatuaggio?” e lì le battute oscene tra me e la mia socia sono sgorgate come un fiume in piena nella sala del cinema) e capisce che lei è una Divergente, riesce ad arrivare nella zona salva della classifica.
Il tatuaggio di Quattro, con i simboli di tutte e cinque le fazioni.
Giunge il momento dell’esame finale e la prova consiste nel farsi iniettare un liquido che crea l’allucinazione dove vivi le tue peggiori paure. Tris, che aveva già provato l’esperienza con Quattro, per imparare a superare le paure alla maniera degli Intrepidi, con coraggio e non da Divergente (ovvero col trucco di accorgersi che non era reale), supera la prova, riuscendo ancora una volta a non farsi scoprire da Jeanine.
A questo punto a tutti i nuovi Intrepidi viene iniettato un ennesimo liquido (hanno più buchi loro di un eroinomane), con la scusa che sia un localizzatore gps, mentre invece li rende degli automi comandati da un computer”one”. Gli Eruditi hanno escogitato questo subdolo piano per rovesciare il governo degli Abneganti (ovvero sterminarli a sangue freddo), accusati di proteggere di nascosto i Divergenti. Sorpresa sorpresa, la mente di Tris non viene manipolata dal liquido e soprattutto, ancora più sorpresa (se non si fosse ancora capito), nemmeno quella di Quattro, infatti anche lui è un Divergente che è riuscito a non farsi beccare. I due ragazzi seguono la massa di soldati ipnotizzati per non dare nell’occhio, e una volta arrivati nel quartiere degli Abneganti si mettono a cercare i genitori di Tris per evitare che vengano giustiziati. Purtroppo vengono scoperti, Quattro viene catturato, mentre Tris viene aiutata dalla madre, un tempo Intrepida, che la aiuta a fuggire per raggiungere i ribelli, sacrificando la sua vita per salvarla. Nell’intento di distruggere il computer che manipola le menti degli Intrepidi, Tris perde anche il padre, ma riesce a liberare Quattro che era stato soggiogato con una dose extra di fusfata, e dopo aver drogato Jeanine per far si che faccia tornare in sé i suoi compagni una volta per tutte, la atterra e scappa insieme al ragazzo, il fratello e ad altri ribelli.
…to be continued.
[[FINE SPOILER]]
Divergent parla di come essere un outsider può costarti la pelle e al tempo stesso salvartela, e di come l’essere omologati a dei modelli predefiniti dovrebbe rendere il mondo un posto migliore. Ovvio che non sia così, non si può controllare la natura umana o considerarla il vero problema della società, cosa che invece afferma Jeanine mettendo le carte in tavola con Tris.
Il film è molto ben fatto, tanto che in molti lo hanno definito migliore del libro (che è tutto scritto in prima persona al tempo presente, “Io vedo, io faccio, io parlo…”. Fastidiosissimo); c’è un giusto mix di avventura, azione e sentimenti e l’ambientazione è molto intrigante, inoltre alla fine pensi che, per fortuna, è una trilogia, perché nasce spontanea la curiosità di sapere cosa c’è al di là della recinzione oltre al territorio coltivato dai Pacifici.
“C’è il motivo per cui la recinzione è stata costruita.”, spiega Quattro a un certo punto, ma per ora non ci è dato sapere se si tratti di fumo nero, orsi polari assassini, Bruti o Estranei.
In Divergent c’è molto più di quello che ho raccontato, ci sono tanti personaggi intorno ai due protagonisti e non sempre la linea tra buoni e “cattivi” è così netta, così come il riuscire a mettere a tutti gli effetti la fazione prima del sangue.
Voto IMDB: 7,6 su 29.782 utenti
Voto Crisididentita: 8
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