Monuments Men

Categorie: Film, Recensione

Pubblicato il 19-02-2014 alle 15:18

locandina“The Monuments Men” (USA – Germania, 2014, 118 min.)
Regia: George Clooney
Cast: George Clooney (Frank Stokes), Matt Damon (James Granger), Bill Murray (Richard Campbell), Cate Blanchett (Claire Simone), John Goodman (Walter Garfield), Jean Dujardin (Jean Claude Clermont), Hugh Bonneville (Donald Jeffries), Bob Balaban (Preston Savitz), Dimitri Leonidas (Sam Epstein)
Genere: Azione, Biografico, Drammatico

Durante la seconda guerra mondiale, in seguito ai bombardamenti, molti edifici storici e opere d’arte (tra i quali il Cenacolo Vinciano) vengono distrutti o messi a rischio in tutta Europa; come se non bastasse, in Belgio una pala d’altare di grandissimo valore storico e artistico viene trafugata dai nazisti e questo da l’input a Frank Stokes (Clooney) per convincere l’esercito americano del fatto che bisogna non solo recuperare l’opera, ma anche fare in modo che durante il conflitto ancora in atto, i luoghi di valore culturale vengano preservati dalla distruzione. A Stokes viene concesso di mettere insieme un gruppo di uomini di sua fiducia, tutti in qualche modo esperti d’arte e architettura, anche se non proprio giovincelli, che andranno con lui in Europa per adempiere alla missione: i Monuments Men.

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Una volta arrivanti in Inghilterra, dove si aggiungono l’inglese ex alcolista Donald Jeffries (Bonneville – “Downton Abbey”), il francese Jean Claude Clermont (Dujardin) e il giovane soldato di origine tedesca Sam (Leonidas), che farà loro da interprete di fiducia, i Monuments Men si rendono conto che ai soldati che combattono in prima linea importa più di salvarsi la pelle piuttosto che evitare di bombardare musei e simili, così si ritrovano da soli, con l’arduo compito di recuperare, oltre alla pala, anche tutte le altre opere d’arte che via via i nazisti stanno razziando, e che dovrebbero andare a riempire il futuro (e per fortuna mai realizzato) Fuhrer Museum.

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Il film si ispira, seppur con nomi fittizi, ad una storia vera. Hitler ha trafugato migliaia di opere d’arte, molte altre ne ha distrutte, pur di non farsele sottrarre, addirittura pur di impedire che alla sua caduta venissero restituite ai “legittimi” proprietari. Dico legittimi tra virgolette perché ci aveva già pensato il caro Napoleone un secolo prima a riempire i musei francesi di opere d’arte italiane e non, ma questo è un altro discorso.

0,,17217802_303,00(i veri Monuments Men, in una delle foto che si vedono alla fine del film)

George Clooney ha senza alcun dubbio messo insieme un cast notevole, che si prende una grossa parte del merito di rendere il film piacevole, leggero nonostante il tema, divertente e anche toccante.

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Durante la storia i vari personaggi vengono separati e per questo si creano delle accoppiate che mettono in risalto il lato comico così come quello drammatico, dovuto alla non più giovane età o all’inesperienza con la guerra vista da vicino; perciò troviamo John Goodman e Jean Dujardin alle prese con un misterioso cecchino, e due fantastici nonni (Balaban e Murrey, che amo infinitamente) che ricevono doni e auguri di Natale da figli e nipoti, mentre sono in tenda un accampamento militare in mezzo alla neve nei boschi tedeschi. Ma non sottovalutateli, vi stupiranno quando meno ve lo aspettate.

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Altra coppia sullo schermo quella composta da Matt Damon e Cate Blanchett, rispettivamente James Granger, braccio destro di Stokes, e Claire Simone, storica dell’arte, membro della resistenza francese e, al tempo dell’occupazione nazista, responsabile del museo Jeu de Paume di Parigi. Qui Clooney ci spolvera sopra un pizzico di melassa appena sufficiente da far sperare almeno in delle piccole carie, ma non osa alterare la storia più di tanto, quindi nessun pericolo di diabete per gli spettatori maschi.

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Nel finale troviamo poi un cameo del padre di George Clooney nel ruolo di Frank Stokes negli anni ’70, ormai anziano, che risponde tacitamente alla domanda centrale del film:

“La salvezza di un’opera d’arte può valere il sacrificio di uno o più individui?”

Che dire di più, se non che queste due ore in sala sono riuscite a farmi sorridere più volte, commuovere, e apprezzare dei bravissimi attori senza dovermi subire qualche pippone pesantissimo. Un menzione d’onore anche alla colonna sonora di Alexandre Desplat.

Voto di IMDb: 6,5 con 7.210 voti
Voto di Crisididentita: 8 (mi sento generosa)
Voto di Bat-Fiz: 6

 

Informazioni su Crisididentita

"Per entrarmi nel cuore e non farmi rimpiangere i soldi del biglietto, un film deve farmi almeno un po' piangere, o ridere, o piangere dal ridere." E-mail di contatto crisididentita@finalciak.com


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