Detective Pikachu (USA-GIAPPONE, 2019, 104′)
Regia: Rob Letterman
Sceneggiatori: Dan Hernandez, Benji Samit, Rob Letterman , Derek Connolly
Cast: Ryan Reynolds (Pikachu), Justice Smith (Tim Goodman), Kathryn Newton (Lucy Stevens), Bill Nighy (Howard Clifford), Ken Watanabe (Hide Yoshida), Chris Geere (Roger Clifford)
Genere: azione, commedia, fantastico, avventura, gotta catch’em all!
Trama: Tim è un non-giovane che dimostra tipo quattordici anni, ma lavora come schiavetto in una compagnia assicurativa e ha come miglior amico Dopinder, il taxista indiano di Deadpool (anche lui dall’età incomprensibile). Da piccoli sognavano di allenare i pokémon, ma Tim è stato abbandonato dal padre e ha perso la madre, così i suoi sogni si sono infranti e ora non riesce neanche a catturarne uno senza farsi prendere a mazzate. Mentre cerca di spiegare a Dopinder che ormai la sua unica strada sono le assicurazioni, riceve una telefonata in cui gli comunicano la scomparsa del padre, così si reca a Ryme City, una metropoli dove uomini e pokémon convivono e collaborano in tutto. L’incontro con un Pikachu dall’insolitamente vasto vocabolario e la scoperta che il padre, prima di morire, stava indagando su dei loschi affari di popper e lotte clandestine di pokémon, lo porteranno a rivalutare le sue priorità.

Voglia di vivere saltami addosso…
Chi non ha mai avuto a che fare con i pocket monsters potrà pensare che questa sia solo una pellicola per ragazzini invasati di quel videogioco in cui i le bestiole combattono lanciate da dentro una pallina bianca e rossa, si spuntano addosso acqua, scosse elettriche, fiamme o manciate di ghiaia e sanno parlare solo ripetendo di continuo il proprio nome. Chi, come me, ha almeno visto di sfuggita qualche episodio della serie animata (Gotta catch’em all!) può aggiungere alla suddetta descrizione la nozione che le storie dei Pokémon si fondano su concetti come amicizia, fiducia, famiglia, credere in sé stessi, e tutte quelle cose che un buon prodotto per bambini dovrebbe contenere per farci passare con meno traumi possibili dall’infanzia all’età adulta.

Ninna nanna, ninna oh…ah no, ehm… Jiggly jiggly jigglypuff
Il film di cui parliamo è sicuramente adatto ai ragazzini, ma non è niente male neanche per gli adulti. C’è la classica storia familiare strappalacrime, un non-giovane con le paturnie che ha bisogno di diverse spintarelle esterne per aprire il suo cuore indurito dalla vita e, per fortuna dico io, ci sono anche un po’ di risate, altrimenti ci sarebbe da spararsi. I pokémon sono mostri per modo di dire, sono esserini buffi, ognuno con una diversa e strampalata peculiarità che li rende poco gestibili nei momenti meno opportuni, garantendo la parte divertente in una storia che di base è un giallo (come Pikachu). Per non parlare del fatto che Pikachu non solo è drogato di caffé e parla, ma è doppiato in origine da Ryan Raynolds e, da noi, dal suo doppiatore di Deadpool, che ha avuto un grosso peso al fine di caratterizzare un personaggio che in origine non sarebbe tanto irriverente.

Questo è il ballo di Psyduck e di un papero che sa, dire sempre e solo il nome Psyduck!
Dal punto di vista degli effetti speciali è tutto molto bello e ben fatto. Non solo i pokémon sono realizzati meravigliosamente e con estrema dovizia di particolari (quel Pikachu col cappellino da Sherlock è adorabile!), ma anche alcune scene un po’ “esplosive” meritano davvero. In conclusione mi sento di dire che Detective Pikachu non sono soldi del biglietto buttati nel cesso, è stato piacevole e mi sento di consigliarlo se non avete altro da fare o siete curiosi.
Voto di Crisididentita: 3 occhietti a spillo inquietanti su 5
Voto di Drugo Letowski: 3 Locomovolt su 5
Voto di Doc Brown: 3 caffè amari su 5
Voto di Snake Plissken: 2 pikaetciù su 5
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