Cimitero Vivente

Categorie: Film, Recensione

Pubblicato il 28-04-2019 alle 16:36

Pet Sematary (1989 | USA | 103 minuti)
Regia: Mary Lambert;
Cast: Dale Midkiff, Fred Gwynne, Denise Crosby, Brad Greenquist, Miko Hughes, Blaze Berdahl
Sceneggiatura: Stephen King
Genere: Horror | Thriller

Non è la prima volta che trattiamo di questo film tratto dal libro di Stephen King, Pet Semetary. E come molte delle le sue opere trasposte sul grande schermo non è pienamente apprezzata da lui. Opere spesso tagliate o pesantemente modificate. Questo film però fu il primo ad includere il suo nome nel titolo e fu la sua passione per i Ramones a coinvolgere il gruppo nella colonna sonora generando ben due pezzi.

La famiglia Creed si trasferisce nel Maine, Louis, la moglie Rachel e i due figli Ellie e Gage. Appena arrivato, Louis stringe amicizia con il vicino Jud Crandall, che lo mette in guardia sulla pericolosità della strada vicino alla sua casa, follemente trafficata da camion che viaggiano ad elevatissima velocità.

Senza neanche dirlo troppo forte ci scappa il morto. Il gatto di famiglia viene investito e verrà portato al cimitero degli animali sulla collina. Quel luogo ha però un segreto che gli svelò il vicino Jud. Più in alto nella collina c’è un cimitero che adoperavano gli antichi, e quel posto avrebbe riportato in vita i morti.

Così alla sera decidono, Jud e Louis, di seppellire il gatto. Questo tornerà dal regno dei morti ma con un istinto da cacciatore molto più evoluto e quasi sanguinario.

I giorni passano e in un momento di distrazione il giovane Gage finirà sulla strada investito da un camion. La sua morte frantuma la famiglia ed il senso di colpa porterà il padre a riportare in vita il figlio. Questa scelta causerà la morte del vicino e della moglie Rachel. Dopo una colluttazione ai limiti del ridicolo, Jud darà fuoco al figlio ritornato. Prima che tutto si concluda riporterà in vita Rachel. I due si abbracceranno ma lei brandirà un coltello.

Un finale senza parole, perché senza parole è la stupidità di Jud nell’incappare più volte nello stesso errore. Per non parlare della rappresentazione del figlio, che più che un bambino sembra la bambola Chucky.

Cimitero Vivente però ha la capacità di tenerti sulle spine fino all’ultimo come un film horror deve fare. La caratterizzazione dei personaggi e dei loro incubi è un marchio indelebile dello scrittore, cosa che viene mantenuta nel film, mostrando una scena angosciante e perfettamente degna del re del brivido.

Non è un capolavoro, ma per l’epoca ha segnato e segnerà i film a venire.

Voto Batfiz: 2 Borse mediche su 5

 

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