Regia: Paul Greengrass
Sceneggiatura: Brian Helgeland, Rajiv Chandrasekaran (Romanzo)
Interpreti: Matt Damon, Brendan Gleeson, Sean Huze, Yigal Naor, Said Faraj
Francia | USA | Spagna | UK (2010), Azione/Thriller/Spionaggio, 115min
Trama: Iraq, 2003: Durante le prima fasi della Seconda Guerra del Golfo, il sergente maggiore capo Roy Miller (Matt Damon) e la sua squadra MET Delta dei Ranger americani, sono incaricati di scovare le armi di distruzione di massa che hanno causato l’invasione americana. Invece di scovare gli ordigni nei siti indicati dall’Intelligence, Miller scoprirà che la fonte ufficiale degli americani, nome in codice ‘Magellano’, indica siti e coordinate che ogni volta si rivelano essere buchi nell’acqua. Miller si renderà conto che potrebbero esserci strane operazioni dietro ‘Magellano’ e deciderà di vederci chiaro con l’aiuto dell’agente della CIA Martin Brown (Brendan Gleeson).
Impressioni: Visto che il progetto Bourne 4 è naufragato, aspettavo con ansia questo film di Paul Greengrass (The Bourne Supremacy, The Bourne Ultimatum). Matt Damon ormai Bournizzato e indivisibile dall’amico regista, mi ha convinto in questa pellicola che cerca di uscire dalla scia della trilogia della spia più smemorata d’America, ma inevitabilmente la ricorda (ed è un aspetto positivo).
Green Zone non è un film di guerra, è un film di spionaggio e un thriller, ed è importante tenerne conto prima di entrare in sala perché non è per tutti i palati. Dall’inizio alla fine, il film non perde mai ritmo e non è facile vista la trama; c’è molta azione, in un crescendo fino alla fine, ma se si ha la voglia di vedere solo delle gran sparatorie ed esplosioni, si sente il bisogno di averne sempre di più, visto che si ha la sensazione che la pellicola lo consenta. C’è spazio per una bella trama di cospirazioni e spionaggio, per niente difficile da seguire e politicamente scorretta, ma comunque avvincente e senza buchi nella sceneggiatura.
Ottima scelta anche per quanto riguarda il cast. Oltre all’ovvio Matt e a Brendan Gleeson, mi ha colpito il carisma di Yigal Naor (Generale Al Rawi) e la bravura di Khalind Abdalla (Freddy, l’interprete iraqeno di Miller), quest’ultimo già visto ne Il cacciatore di Aquiloni.
La colonna sonora rimane quella di John Powell, lo stesso delle musiche della trilogia di Bourne (e ormai compositore ‘fisso’ per Greengrass), e come nella trilogia la colonna è in grado di enfatizzare le scene d’azione con ritmi veloci e crescenti.
Conclusioni: Green Zone non mi ha deluso, anzi mi ha colpito. Nato probabilmente come erede spirituale del cancellato Bourne 4, Greengrass e Damon mi hanno regalato due orette di divertimento con una buona trama di cospirazioni e spionaggio, inserendoci la giusta dose di azione (e di tematiche scomode e politicamente scorrette) con un ritmo che inizia già veloce e finisce in crescendo. Occhio però, se cercate un film puramente d’azione potreste uscire dalla sala con la vostra voglia insoddisfatta, non perché non ce n’è ma a causa di questo ritmo incalzante che non molla fino alla fine. Per tutti gli altri, agli amanti del thriller e dello spionaggio, il divertimento è assicurato.
Buona visione!
Voto di Doc. Brown: 8
Voto di Snake Plissken: 7.5
Voto di Axel Foley: 8
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