The Aftermath (USA, UK, Germania/2019/108′)
Regia: James Kent
Autori: Joe Shrapnel , Anna Waterhouse , tratto dal romanzo di Rhidian Brook
Cast: Keira Knightley (Rachael Morgan), Jason Clarke (Lewis Morgan), Alexander Skarsgård (Stephen Lubert), Flora Thiemann (Freda Lubert), Martin Compston (Burnham), Kate Phillips (Susan Burnham)
Genere: Drammatico, Sentimentale, Guerra
Trama: Inverno 1946. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, l’inglese Rachael Morgan raggiunge ad Amburgo il marito Lewis, colonnello dell’esercito britannico incaricato della ricostruzione della città. La donna si rende tristemente conto dell’enorme devastazione che la guerra ha lasciato dietro di sè, decisamente molto più che a Londra e il contrasto con la bellissima villa che gli hanno assegnato, in periferia, in mezzo ai boschi, la stranisce non poco. La casa è di proprietà dei Lubert, che dovrebbero lasciarla interamente a loro, ma Lewis, stanco di vedere ogni giorno gente che patisce per gli orrori e le perdite subiti negli ultimi anni, decide che non è giusto mandarli via e permette loro di restare occupando la grande soffitta. Inizialmente Rachael non è per niente a suo agio, ma le cose sono destina rapidamente a cambiare.

Vaca che fredo! Se lo sapevo mi portavo il Woolrich.
Il film è ambientato, una volta tanto, dopo l’armistizio invece che durante la guerra. Possiamo quindi farci un’idea di cos’era la Germania dopo la sconfitta del Reich, con gli inglesi che cercavano, chi più chi meno, di aiutare la povera gente. Amburgo aveva subito dei bombardamenti pesantissimi, la città era praticamente rasa al suolo e tutti non facevano che scavare ogni giorno tra le macerie in cerca di corpi. Contrariamente ad altri militari, pieni di pregiudizi nei confronti dei tedeschi (e a volte con giusta ragione, dato che di fanatici in giro ce n’erano ancora) Lewis Morgan è sicuramente un personaggio molto positivo. Tutti hanno perso qualcuno e qualcosa e a lui interessa solo dare la possibilità ai superstiti di rimettere in piedi le loro vite.

Puonciorno!
Il contesto storico fa da cornice alle vicende dei Morgan, al loro riavvicinamento, che scoprono subito essere molto difficile dal punto di vista affettivo, non aiutato di certo da quel gran bastone tra le ruote (ogni malizia è puramente casuale) che risulta essere herr Lubert.
Ora, senza tergiversare, facciamo due conti: Rachael/Keira è giovane e, a parer mio, al suo top, il povero Jason Clarke ha già i suoi cinquant’anni e qui non ha proprio il physique du rôle (come magari in quel rigurgito di incoerenza di Terminator Genisys), anche se il suo personaggio è totalmente da amare. Le capita davanti sto vichingone cruccone di Skarsgård, in verisione DILF vedovo, che con fuori meno venti gradi si mette a tagliare la legna in giacchetta di jeans, cosa che a chiunque sarebbe venuta una broncopolmonite fulminante; secondo voi, dove potrebbe mai andare a parare la storia? Chi ha un buon fiuto per il tartufo qui?

Io non avere mai fredo, io fare bagno nudo in fiordo zelato!
Tralasciando però lo sviluppo abbastanza prevedibile, il film in sé è abbastanza scorrevole, anche se molto più lento nella prima parte rispetto alla seconda e anche la presenza della musica non sempre è costante. I protagonisti svelano man mano le loro storie e i loro drammi, dosando i sentimenti in un crescendo verso il finale. Come accennavo, ho apprezzato molto Keira Knightley, ormai non più una ragazzina, ma una donna nel pieno del suo splendore e davvero brava come attrice. Il buon Skarsgardone scandinavone (ditelo tre volte veloce ed appare il diavolo) è sempre un gran quarto di manzo. L’ho amato per sette stagioni di True Blood, che Odino lo benediga, ed è bravo sicuramente, ma ha quella fredda tristezza nordica che lascia intravedere i sentimenti solo dagli occhi, così quando sorride è un po’ inquietante, ma quando piange ti strappa il cuore. Un simpatico mattacchione insomma.

Ciao, pella pampina, mancia tuo yoghurt al muesli.
La conseguenza non è sicuramente un film per famiglie, ha delle scene forti da diversi punti di vista e in America l’hanno addirittura vietato ai minori di 17 anni per “contenuti sessuali, nudità, violenza e immagini disturbanti”, ai livelli di Deadpool, anche se in realtà le scene di nudo si riducono a pochi minuti, ma non mi metterò a sindacare qui e ora sulla censura.
Piccola pecca: non tutti i dialoghi in tedesco sono sottotitolati, non si sa perché all’inizio no e dopo un po’ sì. Misteri del montaggio.
Voto di Crisididentita: 3 taglialegna ibernati su 5
Voto di Mrs. Murphy: 3 sveltine con Big Jim su 5
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