Mary queen of Scots (2018/UK/124′)
Regia: Josie Rourke
Sceneggiatura: Beau Willimon , basato sul libro “Queen of Scots: The True Life of Mary Stuart” di John Guy
Cast: Saoirse Ronan (Maria Stuart), Margot Robbie (Regina Elisabetta I), James McArdle (James di Moray), Guy Pearce (William Cecil), Joe Alwyn (Robert Dudley), David Tennant (John Knox), Jack Lowden (Henry Darnley), Martin Compston (Bothwell), Brendan Coyle (Conte di Lennox)
Genere: Storico, Drammatico, Biografico
Trama: Il film narra le vicende della cattolica Maria Stuarda, regina di Scozia alla nascita, regina di Francia per matrimonio a soli sedici anni e vedova a diciotto. Tornata nella nativa Scozia nel 1561, nel frattempo divenuta un paese protestante, si scontra con i suoi lord ribelli ed entra in contrasto con la cugina Elisabetta I d’Inghilterra, che la ammira e la contrasta al tempo stesso. Costretta a risposarsi, anche per mettere al mondo un erede, non riuscirà a far valere il suo diritto a regnare e passerà molti anni reclusa, fino alla sua esecuzione per accusa di tradimento. Alla morte di Elisabetta nel 1603, il figlio di Maria, Giacomo, sarà il primo sovrano a regnare su riuniti regni di Scozia e Inghilterra.

Pettinatura moda 1561: testa di cozza!
Il film segue parallelamente le vicende delle due regine: da una parte abbiamo Maria, giovane e piena di vigore, di talenti, pronta a governare sul suo paese natio da cui era stata allontanata quando era molto piccola, ma ancora molto inesperta rispetto al complicato ruolo del regnante. Cresciuta alla corte di Francia, con un marito che amava e che è morto troppo presto, si trova qui a dover scendere a patti con un mondo complesso e governato quasi totalmente da uomini che non si fanno troppi scrupoli nello sfruttarla. Dall’altra parte c’è Elisabetta, una sovrana già consolidata e rispettata che, nonostante tutti vogliano spingere a sposarsi, si rende conto che purtroppo l’unico modo per poter governare e non venir relegata ad un ruolo secondario, è rimanere nubile (e anche vergine, si dice), rinunciando così all’amore e alla maternità.

God save the Queen
Il rapporto tra le due donne è il filo conduttore del film. Le due cugine, che si chiamano tra loro “sorella”, pur vivendo lontane l’una dall’altra (pare che la scena in cui si incontrano sia una licenza del film, mentre nella realtà non si videro mai), vorrebbero fortemente poter vivere una sorellanza che superi i doveri dei loro ruoli, ma non possono proprio a causa di questi e anche a causa della differenza di religione. Il loro rapporto viene filtrato attraverso tutti i personaggi che stanno loro attorno e vengono entrambe, sopratutto Maria, manipolate e osteggiate, tanto che Elisabetta, quando si incontrano, le dice che ormai la sua vita l’ha portata ad essere come un uomo, ad indurire il suo cuore per non essere schiacciata.

“Tagliatele la testa!”
Questa era la prima volta che vedevo un film sul personaggio di Maria Stuarda, a parte quella perla trash della serie tv Reign che, pur seguendo la linea storica, non fa testo (praticamente Gossip Girl alla corte di Francia). Devo dire che ho trovato Saoirse Ronan brava nel suo ruolo e, documentandomi sul personaggio storico, pare che anche fisicamente le somigliasse molto, tranne per il colore degli occhi che non erano azzurri ma marroni. Bravura a parte, purtroppo, questa Maria è una vera piaga. Non per colpa sua, certo, l’hanno cresciuta così; nonostante tutte le buone intenzioni, nonostante ci provi davvero tanto ad essere una super regina e ne avrebbe il potenziale, finisce sempre per risultare una ragazzina petulante che pesta i piedi perché lei è la legittima regina di Scozia e non la fanno governare. Probabilmente l’unica scelta veramente oculata che fa è quella di nominare Elisabetta madrina di suo figlio, così da garantirgli il trono in futuro.

Bona la pasta e fagioli, ma mi so’ gonfiata come un cocomero.
Devo ammettere che qualche piccola perplessità l’ho avuta anche sulla Elisabetta di Margot Robbie, che è solo l’ultima di una lunga serie di attrici di un certo calibro che hanno interpretato nei decenni la famosissima sovrana. La Robbie è bravissima, e non solo perché in due ore di film riesce a diventare ad ogni scena sempre più brutta, che è poi merito del reparto trucco (meritatamente candidati all’Oscar quest’anno). Nella scena in cui lei finalmente ha il faccia a faccia con la cugina, riesce ad essere composta e al tempo stesso trasmettere tutto ciò che come donna ed essere umano prova e che deve tenersi dentro, rivelandolo infine solo a lei, uscendo per pochi istanti da quella maschera che, come regina, non potrà mai più togliersi. Il problema è che durante tutto il film Elisabetta ne viene fuori come una piagnucolona che non sa, apparentemente, che pesci pigliare e che demanda al suo consigliere tutte le decisioni.

“Lo vuoi un palloncino, mio bel cattolico?”
In definitiva il film non è male, ma non è certo uno di quelli che ti rivedi volentieri, una volta penso sia più che sufficiente.
Curiosità: L’incredibile graduale trasformazione della povera Elisabetta, da super gnocca a Pennywise, è dovuta al fatto che la poverina contrae il vaiolo (vi risparmio la foto con le pustole) e ne rimane deturpata; si trova quindi costretta a coprirsi il volto con questo strato sempre più spesso di calcestruzzo. Nella realtà anche Maria se ne ammalò, ma grazie ad un prodigioso unguento riuscì a mantenere il suo aspetto intatto.
Riconoscimenti:
- 2019 – Premio Oscar
- Candidatura per i Migliori costumi ad Alexandra Byrne
- Candidatura per il miglior trucco e acconciatura a Jenny Shircore, Marc Pilcher e Jessica Brooks
- 2019 – AACTA International Awards
- Candidatura per la migliore attrice non protagonista a Margot Robbie
- 2019 – British Academy Film Awards
- Candidatura per la migliore attrice non protagonista a Margot Robbie
- Candidatura per i migliori costumi a Alexandra Byrne
- Candidatura per il miglior trucco e acconciatura a Jenny Shircore
- 2019 – Critics’ Choice Awards
- Candidatura per i migliori costumi a Alexandra Byrne
- Candidatura per il miglior trucco e parrucco
- 2019 – Satellite Award
- Candidatura per il miglior film drammatico
- Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Margot Robbie
- Candidatura per i migliori costumi ad Alexandra Byrne
- 2019 – Screen Actors Guild Award
- Candidatura per la miglior attrice non protagonista a Margot Robbie
Voto di Crisididentita: 2 riforme protestanti su 5
Voto di Mrs. Murphy: 3 fallo un figlio maschio ogni tanto su 5
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