The Theory of Everything (UK, 2014, 123min)
Regia: James Marsh
Sceneggiatura: Anthony McCarten
Cast: Eddie Redmayne (Stephen Hawking), Felicity Jones (Jane Hawking), Emily Watson (Beryl Wilde), Charlie Cox (Jonathan Hellyer Jones), David Thewlis (Dennis William Sciama), Harry Lloyd (Brian), Maxine Peake (Elaine Mason)
Genere: Biografico | Drammatico
Finalciak™ PROMO: Se cercate un film ricco di ignoranza, leggete la recensione di Jupiter – Il destino dell’universo (Jupiter Ascending) a cura di Snake Plissken. Questo weekend ci siamo superati!
– fine della marchetta autoreferenziale –
TRAMA: 1963, il giovane Stephen Hawking è un cosmologo dell’Università di Cambridge che sta cercando di trovare un’equazione unificatrice per spiegare la nascita dell’universo e come esso sarebbe stato all’alba dei tempi. Ad una festa universitaria conosce la studentessa di lettere, Jane Wilde. La loro storia d’amore viene ostacolata però dalla comparsa della malattia degenerativa di Stephen, l’atrofia muscolare progressiva. Anche gli studi di Hawking vengono compromessi a causa delle difficoltà quotidiane a cui è sottoposto; camminare, scrivere e infine parlare diventano ostacoli per il giovane cosmologo. Un iniziale rifiuto della malattia viene in seguito superato dalla determinazione di Jane di rimanere al fianco di Stephen, amandolo e facendosi carico della sua salute, riuscendo a costruire insieme una famiglia.
Già vincitore di diversi premi tra cui due Golden Globes e candidato a cinque Premi Oscar (Miglior film, Miglior attore protagonista Eddie Redmayne, Miglior attrice protagonista Felicity Jones, Migliore sceneggiatura non originale Anthony McCarten, Miglior colonna sonora Jóhann Jóhannsson), “La teoria del tutto” racconta in maniera semplice e delicata la vita di un uomo senza dubbio geniale, a cui al momento della diagnosi avevano dato due anni di vita e che invece è riuscito a vivere fino ad oggi mantenendo una meravigliosa ironia, crescendo tre figli nonostante il suo totale stato di disabilità, e dividendo per decenni il mondo scientifico con le sue idee innovative sull’origine dell’universo, sul tempo e sulla relazione tra i due. L’interpretazione di Redmayne è, a mio parere, sublime e molto toccante, ma la cosa più bella, visto il tema profondamente drammatico, è come invece si riesca a ridere di gusto in diversi momenti durante il film, anche solo per un suo sguardo o un sorriso accennato. Molto belle anche le musiche (candidate infatti agli Oscar, come sopra citato) e particolarmente apprezzabili le scene di vita quotidiana girate in modalità superotto.
Consiglio quindi a tutti la visione.
Piccola nota: “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”, pubblicato nel 1988, è diventato un best-seller, vendendo in tutto il mondo oltre nove milioni di copie e rendendo così Hawking estremamente popolare non solo nella comunità scientifica, ma anche tra la gente comune.
Voto IMDB: 7,8 (64.214 utenti)
Voto Crisididentita: 8
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