Death in Paradise (2011 – in corso)
Cast: Ben Miller, Sara Martins, Danny John-Jules, Gary Carr, Don Warrington, Élisabeth Bourgine
Serie creata da: Robert Thorogood
Genere: Crimine | Drammatico | Mistero
Stagioni: 1 (8) | 2 (8) | 3 (8) | 4 (8) | 5 (8) | 6 (8) | 7 (8) | 8 (8) | 9 (8) | 10 (8)
L’investigatore Richard Poole ama la sua fredda e grigia Londra ed odia sole, mare e sabbia. Indovinate quanto è contento di andare nell’isola tropicale di Saint Marie, nei Caraibi, per risolvere il caso di omicidio di un collega.
Immaginate poi la sua gioia quando, risolto il caso, scopre di essere stato trasferito in pianta stabile nell’isola!
Lo sviluppo degli episodi è un pò classico: delitto, analisi delle piste infruttuose, intuizione brillante e arresto del colpevole.
Di serie con questo schema se ne sono viste a quintali: “Castle” (vedi la nostra recensione), i vari CSI, ed anche il nostrano “Ispettore Coliandro” (vedi la nostra recensione); personalmente non ritengo che sia solo la struttura dei singoli episodi che fa la serie, quanto il carisma e la personalità dei vari membri di una squadra e le relazioni tra di essi, che progrediscono con l’avanzare della serie.
Qui spicca su tutti il pesce fuor d’acqua Richard Poole (Ben Miller): è il tipico englishman, fedele alle regole ed alla disciplina, vestito sempre elegante e accompagnato dalla sua cartella di pelle; per ben due stagioni, Ben Miller recita in giacca e cravatta, incurante del clima tropicale.
Quando si trova catapultato a Saint Marie, dipendenza britannica d’oltremare, fatica ad integrarsi con gli isolani, con i loro ritmi di vita e la natura selvaggia che lo circonda. Sente spesso nostalgia di casa, e viene guardato malissimo dai colleghi quando al posto di un colorato cocktail, beve un tè, da vero englishman! E trovandosi fuori dalla sua Inghilterra, avrà sempre da ridire sulla qualità del suddetto tè!
Anche nella sua casa sulla spiaggia, non riesce a sentirsi a suo agio: deve infatti convivere con un albero in camera da letto, che passa attraverso il soffitto, e con una lucertola tropicale che si è insediata nell’abitazione e non ne vuole sapere di sloggiare.
Nonostante tutta la ritrosia per gli usi locali, si lascerà tentare dalla spiaggia e, sempre
con l’impeccabile giacca e cravatta, ma con i pantaloni al ginocchio, immergerà i piedi nell’acqua cristallina.
Certo, il piccolo posto di polizia di Saint Marie, non è certo Scotland Yard, pensate che tutti i reperti per le varie analisi vengono spediti in un’altra isola e le impronte digitali vengono confrontate con una modernissima lente di ingrandimento, alla faccia dei tecnici iper-informatizzati di CSI!
Ha dei continui battibecchi con la sua collega Camille Bordey (Sara Miller), anche se nel corso delle serie, troveranno il loro equilibrio.
Camillè è tutto il contrario di Poole: mai in divisa, sempre con abiti colorati e sicuramente più adatti al clima tropicale. All’inizio Poole non si fida del suo lavoro sul campo e cerca sempre di relegarla in ufficio; ma la signorina Bordey non si fa certo mettere i piedi in testa dal capo e lo segue sui luoghi dei delitti.
Camille è molto d’aiuto all’ispettore per i suggerimenti che riguardano gli usi degli indigeni, vivendo da sempre nell’isola. Sua madre Catherine (Elizabeth Bourgine) possiede un ristorante nell’isola, dove la squadra si riunisce per discutere dei casi o appianare le divergenze.
Gli altri due agenti del posto di polizia sono il veterano Dwayne Meyers (Danny John-Jules), che guida un sidecar come auto di ordinanza, e la recluta inesperta Fidel Best (Gary Carr).
La recitazione è ottima, ognuno si cala bene nel proprio personaggio, soprattutto l’inglesissimo Ben Miller!
Il “paradiso” citato nel titlo esiste davvero: le riprese sono state eseguite nell’isola di Guadalupe, nel mar dei Caraibi.
La fotografia è piena di colori vividi e luminosa: il verde della natura, il blu del mare, gli edifici multicolori ed anche gli abiti (tranne quelli di Poole e gli agenti in divisa).
La colonna sonora è tipica dei Caraibi, una miscela di pezzi ska e reggae.
Se vi piacciono le serie gialle non troppo “splatter” (senza ettolitri di sangue o primi piani di corpi durante le autopsie, che mentre stai mangiando non sono proprio un piacere!) e le isole caraibiche, ve ne consiglio caldamente la visione.
Voto di IMDb: 8,0
Voto di Lisbeth Kelevra: 7,5
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