Dimensione Zombie

Categorie: News, Scheda

Pubblicato il 31-10-2014 alle 0:00

Uomini che muoiono, uomini che risorgono dalle tombe, uomini che attaccano altri esseri viventi per cibarsi della loro carne. Il fenomeno degli zombie è spopolato negli ultimi anni. In tv, nel grande schermo, nei libri, nei fumetti. Sta diventando proprio una mania ai livelli della “calda estate del pipistrello”, ma come questa dimensione si sia evoluta nel tempo è tutta da scoprire e per questo, cari seguaci, vi accompagnerò nel mondo degli:

Zombie_Prova

Le origini di queste creature non sono poi così distanti della nascita del mito Vlad Tepes, alias Dracula. Il folklore e le leggende che hanno dominato Haiti in antichità, ove stregoni (bokor) o altri che dominavano il Voodoo, incantavano le vittime. Anche se all’inizio era una pratica di intontimento della persona vivente, resa poi succube del suo padrone, la follia è perdurata sino a rendere quella persona quasi morta, seppellita ed infine riesumata per riportarla cosciente ma senza volontà… Resa utile infine nei campi di canna da zucchero.

Ancora più vecchia è quella legata alla necromanzia del XVIII secolo, che vedeva la magia nera usata per riportare indietro i morti, solitamente assassini, il cui tempo di ritorno era legato alla vita del padrone. Questi venivano chiamati “ritornanti” (o Revenant), termine che poi vediamo in varie testate fumettistiche.

Un segno importante ed incisivo di come il folklore aveva messo le radici nella società e quasi a diventare realtà, è senz’altro il periodo dittatoriale di Haiti di fine anni ’50, dove Francois Duvalier iniziò ad intimidire la popolazione con l’incubo degli zombie. Sì perchè la gente non aveva tanto paura di venire attaccata dagli zombie, ma bensì di diventare essi stessi degli zombie.

isola_degli_zombies_bela_lugosi_victor_halperin_001_jpg_zyczEd è con i forti richiami alle credenze haitiane che nel 1939 Victor Halperin realizza il primo vero film sugli zombie chiamato White Zombie italianizzato in “L’Isola degli Zombies”, il cui nome fu di ispirazione per la band rock-metal, americana omonima nata nel 85 da Rob Zombie (anche conosciuto come sceneggiatore e regista).

Il film si rifà a pellicole precedenti, e quindi ai film muti, come Il Gabinetto del dott. Caligari (Das Cabinet Des Dr. Caligari, 1920) in cui non si parla di zombie ma bensì di sonnambuli. Ma la cosa ha comunque aiutato molto nello stile di interpretazione dello zombie…

Seguiti da Ho camminato con uno zombie (I Walked with a Zombie, 1943) di Jacques Tourneur, e molti altri che vedevano sempre Zombie “governati” e non così minacciosi fuori dai Caraibi. Quest’ultimo vedeva una giovane infermiera che deve vegliare la moglie di un importante uomo di affari, ma a seguito di una grave malattia la moglie venne portata in uno stato di inconscio particolare. In questo film viene maggiormente trattato il tema del dolore nell’accettare l’abbandono della persona amata.

A differenza del semplice “morto vivente“, traccia della religione vuduista rispettata nella pellicola di Halperin, si ha una trasformazione in figure antagoniste svariati anni dopo come animali che attraverso l'”eucarestia cristiana” si cibano dei corpi col subdolo tentativo di catturare l’anima delle vittime in quanto privati di essa perché respinti dall’inferno. A costruire l’idea moderna dello zombie che conosciamo dobbiamo attendere un uomo di nome Richard Matheson, che con il suo Best Seller I Am Legend (1954) apre le porte dell’immaginario di George A. Romero inaugurando la tetralogia dei morti viventi, con La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead, 1968). Sebbene il libro parlasse di Vampiri, fu comunque di ispirazione per Romero, portando l’angoscia ed il terrore, d’essere l’unico sopravvissuto in una cittadina governata dai morti. E per la prima volta si comincia a raccontare di un’epidemia che coinvolge tutto il mondo ed incomincia la lotta con queste creature.

La-Notte-Dei-Morti-Viventi-Poster-USA-01_midIl film non fu solo cinema di terrore ma anche propaganda, almeno per coloro che volevano cavarne fuori qualcosa di utile a se stessi. Come gli zombi, metafora dei sovietici in mezzo agli americani (paranoici), o alla liberalizzazione delle armi (..americani). La cosa curiosa è che il film fu fatto con un budget talmente basso da adoperare stracci al posto di vestiti e amici al posto di attori veri e propri… (Un bello schiaffo alle major cinematografiche).

Immagine dal film L'alba dei morti viventi

Immagine dal film L’alba dei morti viventi

Dieci anni più tardi uscì il seguito L’alba dei morti viventi (1978) anche conosciuto come Zombi. Strano è il fatto che negli anni del consumismo più sfrenato i protagonisti si rinchiudessero in un centro commerciale per sfuggire alla follia dei morti. In qualche modo George è riuscito a coronare il sogno di tutti noi. Proprio in questo film Dario Argento, co-produttore della pellicola, si impegnò a distribuire in Europa il prodotto montandolo lui stesso per quel mercato. Il risultato fu diverso dall’originale: minore durata e meno dialoghi con personaggi che ne rallentavano la fluidità.

Dobbiamo attendere alcuni anni prima che si concluda (o quasi) questa serie di film. Nel frattempo si fa strada un altro maestro, nostro connazionale, Lucio Fulci, che con Zombi 2 (1979) viene definito dalla critica “Terrorista dei generi, poeta romantico“. Un appellativo che gli fece notare le sue reali capacità nello splatter.
Zombi 2, al contrario di Romero, abbandonava le tematiche sociali e riprendeva le ambientazioni caraibiche lasciando quel velo di magia e incantesimi che han permesso all’isola di essere popolata dai morti. Insomma un altro stile, ma uno splatter più carico e tutt’oggi di effetto.

Scena della scheggia nell'occhio in Zombie2

Scena della scheggia nell’occhio in Zombie2

Il “poeta” così ci provò di nuovo generando l’indimenticabile Trilogia della Morte iniziata con Paura nella città dei morti viventi (1980), seguita da …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà (1981) per finire con Quella villa accanto al cimitero (1981).

La società degli anni ’80 era in continuo fermento, l’ombra della guerra fredda e la paura di un attacco nucleare era alle porte, così anche i film trasmettevano il senso di inquietudine di quegli anni. Film come Testament e Wargames portarono la paura di un attacco direttamente nella sala, così anche Umberto Lenzi sentì la necessità di comunicare la sua angoscia, angosciandoci ancor di più con radiazioni mutagene che non solo trasformavano la gente in Zombie, ma questi addirittura… correvano! Lenzi fu il primo a portare questa caratteristica al cinema, cancellando lo stereotipo di Zombie lento e forte. Attraverso Incubo sulla città contaminata (1980), Lenzi definì anche il concetto di zombie con una cognizione dell’uso degli oggetti, quindi un mostro decisamente forte e pericoloso che può utilizzare qualsiasi arma. Molti definirono i mostri di Lenzi senza successori. Il film venne acclamato da personaggi come Tarantino e Rodriguez.

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Il mondo sta quindi per essere invaso dagli zombie, ed è un ondata più grande della precedente. Ma se i libri e i film ne parlano, come può la musica non parlarne. Fu proprio con questo senso di inquietudine angoscia e terrore, che pure Billy Idol fu affascinato, e nell’81 per la canzone Dancing with my self venne realizzato un videoclip con ambientazione post apocalittica in cui gli zombie cercano di arrivare in cima ad una fortezza ove Idol sta cantando:

Proprio nel 1983 venne pubblicato Pet Sematary. Storia di zombie partorita dal cilindro di Stephen King, che narra la storia di un cimitero indiano e di un uomo che ha subito troppe perdite per riuscire a conviverci, così si affida al potere di quel terreno, senza però sapere che chi viene portato indietro non è più lo stesso.

Pet-Sematary

Se questa storia vi ricorda qualcosa è del tutto normale. Molte sono state le citazioni di questo racconto. Dai Simpson ai Griffin… Ogni serie Tv sicuramente può averne parlato.

E come di consueto, dal libro al film. Così nel 1989 uscì Cimitero Vivente, con un sequel decisamente di poco successo (1992).

Quello che non sapete è che poco prima dell’uscita del libro, in Italia venne realizzato un film con trama molto simile a quella di Stephen King. Il film è Zeder (1983), horror italiano diretto dal maestro Pupi Avati con sceneggiatura di Pupi e Antonio Avati e Maurizio Costanzochi lo avrebbe mai detto?

Tornando alla musica fu proprio nell 1983 che un ragazzo americano di colore, con un’innata dote canora registra un disco che solo dopo la pubblicazione del singolo, sale in testa alle classifiche: per 80 settimane è fra i primi dieci; per 37 non consecutive rimane in vetta; in classifica per 122; si stima come l’album più venduto della storia. Il singolo si chiama Thriller, il cantante è Michael Jackson ed il video-clip realizzato fu un successo epocale:

Nel 1985 Romero torna alla carica con Il giorno degli Zombie (Day of the Dead) mostrando al pubblico una situazione diversa: l’umanità è alle strette e si rifugia sotto terra per sopravvivere. Le numerose limitazioni imposte al film per poter essere visto da un pubblico più vasto, infastidirono il regista, che accontentandosi di un budget ristretto realizzò le scene più violente della saga degli Zombie. In fondo riuscì ad impressionare il mondo con degli stracci!

Sempre nel 1985, raccogliendo le necessità dei giovani di sentirsi protagonisti della storia, come successe per i Goonies (1985), Dan O’Bannon realizzò un film che omaggiasse Romero, che consacrasse Lenzi e che diede vita ad un genere riportato in auge anni dopo, ovvero lo zom-com (commedia-zombie). Questo è Il ritorno dei morti viventi (The Return of the Living Dead, 1985).

return-of-the-living-dead_posterIl successo dell’horror e in particolare dei ritornanti si sentì forte anche in Italia, non solo tramite registi che si affermarono come diamanti per il genere, ma anche dall’arte fumettistica, come Zagor ma ancor di più Dylan Dog. Infatti nel 1986 nacque Dylan Dog, dal soggetto di Tiziano Sclavi.

Dylan Dog n.1 - L'alba dei morti viventi

Dylan Dog n.1 – L’alba dei morti viventi

Il primo numero: L’alba dei morti viventi fu un grande omaggio a Romero, e i numeri a venire furono intrisi di citazioni e richiami a quel mondo horror di cui stiamo parlando. La testata Bonelliana, Dylan Dog, ebbe un riscontro talmente positivo, ed i temi trattati furono di tematiche sociali talmente forti da finire persino sui quotidiani nazionali.

Nuovamente nel 1988 Fulci realizza (anche se in piccola parte) Zombi 3 ma non fu un gran successo. Troppo variabile la regia e scene troppo crude tanto da essere pesantemente tagliato.

Un progetto che sapeva di forti sperimentazioni e di aperte vedute per la Tv degli anni ’80 venne partorito da Rete Italia, ex consociata di Mediaset, che a fine anni ’80 si impose la realizzazzione di un progetto chiamato “Le case maledette”. Un progetto di quattro film diretti da due straordinari registi del genere. Lucio Fulci e Umberto Lenzi. Entrambi dovevano terrificare la gente con argomenti diversi ma il cui fulcro era una particolare casa. Un progetto che può ricordare oggi la prima stagione di American Horror Story, film di animazione come Monster House, oppure film come Haunting – Presenze (The Haunting, 1999). Grandi successi ma diversi anni dopo. Vennero quindi realizzati nek 1989: La casa nel tempo, La dolce casa degli orrori (Fulci), La casa del sortilegio, La casa delle anime erranti (Lenzi). Di questi solo La casa del tempo trattò di morti viventi.
Dei teppistelli entrano in una casa per svaligiarla ma vengono accolti da alcuni defunti assetati di sangue.
I film non fecero in tempo ad essere proiettati che il progetto venne cancellato perchè troppo violenti.

SenzanomeLa violenza ha sempre destato problemi. Serve, ma non troppo. Acclamala, ma in silenzio. Goditela, ma poco per volta. Dagli anni ’80 ad oggi ci son sempre dei problemi con il si può o non si può fare. Problemi per la visione, per la morale. I tempi cambiano ma chi comanda resta lo stesso.
E forse per un desiderio di ribellione e di profonda voglia di cambiamento, anche con gli zombie le donne hanno deciso di fare la loro parte. E nel 1989, per la regia di Dan Hoskin, appare sul grande schermo Chopper Chicks in Zombietown (Chrome Hearts). Una commedia horror in cui motocicliste ribelli arrivano in città desiderose di uomini ma trovano solo carne morta. Chopper Chick… Grossa Cattiva e Lesbica!

chopperNel 1994 Michele Soavi porta al cinema una sceneggiatura di Sclavi e Gianni Romoli con Rupert Everett, Dellamorte Dellamore. Rupert è il custode di un cimitero di un paese che, una volta seppellito il morto, tempo alcuni giorni, torna alla vita. Così la sua missione è di eliminarli… Da vedere soprattutto per la scena di sesso con la Falchi sulla tomba del marito defunto!

Con gli anni ’90 si sviluppa un senso di empatia che contagia prima i vampiri, con Intervista col vampiro, e poi gli zombie con I, Zombie: The Chronicles of Pain (1998) di Parkinson. Scherzi a parte, la sperimentazione del film vampiresco portò di conseguenza ad una visione personale dei fatti di uno zombie. Non venne però molto considerato.

Con l’inizio del nuovo millennio e la fantomatica fine del mondo, da ogni parte della Terra approdarono pellicole sul genere: dai continenti meno considerati come l’argentino Plaga Zombie: Zona Mutante (2001), ai più freddi e isolati come la Norvegia (tipo 30 giorni di buio) Dead Snow (Død snø, 2009), dai rivoluzionari francesi The Horde (La Horde, 2009), a quelli ambientati persino nello spazio più profondo come City of the Dead: La morte viene dallo spazio (Last Rites, 2006).
E per la serie “a volte ritornano”, dopo 20 anni Romero torna a dirigere gli zombie con il sequel, La terra dei morti viventi (Land of the Dead, 2005) in cui la critica sociale continua ad essere presente ed in questo caso vengono messi in mostra la differenza dei diritti della gente povera.
Come potete capire la saga di Romero non è finita (e chissà se finirà…) basti pensare che nel 2008, a soli tre anni dal quinto capitolo, uscì Le cronache dei morti viventi (Diary of the Dead, 2007) ed il sesto, Survival of the dead – l’isola dei sopravvissuti (Survival of the Dead) nel 2009, entrambi interamente indipendenti.

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Dal 2002 al 2012 numerosi film vennero basati su giochi di varie consolle come, Resident Evil (R.E.: Apocalypse, R.E.: Extinction, R.E.: Degeneration, R.E.: Afterlife, R.E.: Retribution, R.E.: Damnation), Doom (2005), Oneechanbara: The Movie – Vortex (2009). Altri furono degli omaggi ai primi film zombie, come Grindhouse del 2007 di Rodriguez e Tarantino; in particolare il primo regista con la pellicola Planet Terror. E diversi furono dei rifacimenti de La notte dei morti viventi (Night of the Living Dead) di Tom Salvini (1990) e di Jeff Broadstreet (2006).

 

Grande fu il peso che ebbe Danny Boyle con il suo 28 giorni dopo del (28 Days Later…, 2002), ove si venivano a richiamare zombie dalla corsa alla Bolt, tipici di Lenzi, ma ispirato al romanzo, Il giorno dei trifidi, soprattutto nella scena iniziale. Scena che divenne un marchio dell’immaginario di un apocalisse zombie. Ovvero il momento in cui il protagonista si risveglia nel letto di un ospedale e scopre che tutto intorno a lui è cambiato… cosa che vedremo anche in The Walking Dead.

Immagine dal film 28 giorni dopo

Immagine dal film 28 giorni dopo

La demenzialità non è venuta di certo a mancare. Si ricordano titoli come Io zombo, tu zombi, lei zomba (1979) storia italiana di tre zombi che decidono di non faticare per arrivare alla preda, e così mettono su un’attività alberghiera con la speranza che la cena arrivi da loro.
shaun-of-the-dead_1384605iOppure L’alba dei morti dementi (Shaun of the Dead, 2004) di Edgar Wright, uno dei film della trilogia del cornetto. Esemplare della zom-com in cui due ragazzi cazzoni si ritrovano in un’apocalisse zombie senza nemmeno accorgersene. Piaciuto anche a Romero che lo definì: “Una vera bomba!

Per non parlare di Benvenuti a Zombieland (Zombieland, 2009) di Ruben Fleisher con Emma Stone ed un brillante cameo di Bill Murray.

Nel 2010 a seguito del successo fumettistico del 2003 The Walking Dead, l’americana amc trasmette la serie omonima basata sul comics. Un successo immediato da rinnovare subito altre stagioni.

ZombismoA seguito di un libro pubblicato nel 2006, World War Z. La guerra mondiale degli zombie, nel 2013 uscì quell’orrore tanto enfatizzato ma di poca sostanza, World War Z di Marc Forster. Sempre in quell’anno un altro libro venne convertito in film: la commedia romantica Warm Bodies di Jonathan Levine. warm-bodies-filmSimpatica storia vista dagli occhi di uno zombie, che una volta mangiato il cervello di un ragazzo, ne assorbe i ricordi ed i sentimenti innamorandosi così della di lui ragazza. Una specie di storia d’amore Disney il cui bacio può salvare e riportare alla normalità i morti. Viene inoltre concettualizzato un diverso stadio degli zombie in cui più vecchia è la carcassa, e più cibo si è pappata, più è difficile tornare indietro. C’è forse una speranza allora per i morti? Forse non è un caso che in tempi di crisi, di sofferenza e di disperazione, vengano usati gli zombie per dare speranza. Per far capire che forse nulla è perduto e che il baratro può non essere raggiunto se c’è la volontà di resistere.

Saranno infine i morti a salvarci?! A questo non posso rispondere, ma posso dire che per adesso, nulla attira di più del macabro e dell’horror. Come abbiamo visto più volte è stato usato per denunciare situazioni sociali e situazioni scomode, o per parlare del dolore e della perdita di persone care.
Anche se in tema biblico tutto acquista il suo fascino, non possiamo però dimenticare che è stato usato fortemente per la sperimentazione di generi, come lo splatter, e finchè c’è necessità di continuare con la sperimentazione, credo fortemente che gli zombie non moriranno mai. Come per la webseries italiana GeeKerZ ad esempio.

Gli zombie trovano spazio anche nell’attualità: curioso è il fatto che tempo fa il parlamento tedesco abbia discusso su un eventuale attacco di morti viventi.
E’ stato il Partito Pirati tedesco a sottoporre la questione citando le parole del Dr. Ali Khan: “Se si è ben attrezzati per affrontare un’apocalisse zombie, si è preparati anche per uragani, pandemie, terremoti e attacchi terroristici“; lo stesso Khan tuttavia non faceva realmente riferimento ad uno scenario ricco di morti viventi, ma ha usato una tema popolare particolarmente in voga ultimamente per parlare di problematiche più serie. La stessa cosa ha fatto il portavoce del partito tedesco sottoponendo la questione come una provocazione, giudicata tra l’altro un po’ eccessiva.
Spostandoci oltreoceano abbiamo un altro esempio di citazione zombie negli ambienti politici: un parlamentare canadese ha infatti ricordato al Ministro degli Affari Esteri che “gli zombie non riconoscono i confini” e che un attacco agli USA poteva facilmente trasformarsi in un attacco globale (funweek).
Tutto questo per farvi capire come gli zombi riescano ad uscire dall’immaginario della carta stampata e dello schermo per arrivare fino a noi nella vita reale.

Possiamo dedurre che:

Dove la politica e la società cambiano la storia,
anche lo zombie torna alla gloria
!”

Da Bat-fiz è tutto e ci vediamo alla prossima… dipartita!
E BUON HALLOWEEN!

 

Informazioni su bat-fiz

Collaboratore ufficiale di FinalCiak. Potete contattarlo direttamente scrivendo a batfiz@finalciak.com


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