Smetto quando voglio: Ad honorem (Italia | 2017 | min)
Edoardo Leo (Pietro Zinni), Valeria Solarino (Giulia), Valerio Aprea (Mattia Argeri), Paolo Calabresi (Arturo Frantini), Libero De Rienzo (Bartolomeo Bonelli), Stefano Fresi (Alberto Petrelli), Pietro Sermonti (Andrea De Sanctis), Lorenzo Lavia (Giorgio Sironi), Marco Bonini (Giulio Bolle), Giampaolo Morelli, (Giulio Napoli), Luigi Lo Cascio (Walter Mercurio), Greta Scarano (Paola Coletti), Neri Marcorè (Murena).
Sceneggiatura: Sydney Sibilia & Francesca Manieri
Regia: Sydney Sibilia
Genere: Commedia | Azione | Crimine
Appena finito in carcere, Pietro Zinni, che è il cervellone a capo della banda dei ricercatori, ha un’intuizione che gli permette di capire che la misteriosa smart drugs SOPOX è in realtà un gas nervino!
Quindi ora a piede libero per Roma c’è un pazzo sconosciuto che vuole fare una strage. La banda dei ricercatori dovrà quindi riunirsi per l’ultima volta e cercare di evadere per impedire il massacro ormai imminente. Il problema è che tutti i componenti sono in carceri separate…
Il primo capitolo era una commedia italiana diversa dal solito ma con una forte critica sociale verso il nostro Paese, il secondo era la vera sorpresa perché diminuiva la critica e inseriva una buona componente d’azione rimanendo sempre molto divertente; questo ultimo capitolo torna un po’ a essere come il primo diminuendo la componente action, concentrandosi più sui personaggi e aumentando la critica sociale. La fotografia rimane quella, soprattutto nelle scene in notturna si spinge molto sui colori come il giallo, il verde e il blu, richiamando molto la psichedelia data dal trip di queste droghe sintetiche. Il finale sembra essere triste per l’Italia però ci lascia un barlume di speranza.
A mio parere il capitolo migliore è il secondo, come già detto la vera sorpresa, il più rocambolesco e che finiva col botto, da questo capitolo mi aspettavo che si continuasse sulla falsa riga del secondo. Anche dal cattivo mi aspettavo qualcosa di più anche se è stato caratterizzato abbastanza bene; ad ogni modo tutta la pellicola risulta essere molto divertente e la parte migliore quella dell’evasione.
Tirando le somme bisogna comunque bisogna alzarsi in piedi e applaudire Sidney Sibilia, è la prima volta in Italia che si da vita ad un progetto del genere a livello cinematografico: la produzione di una trilogia come succede ormai da diversi anni se si guarda il cinema d’oltreoceano; senza contare il fatto che i tre film sono pieni zeppi di citazioni ad altri famosissimi film. Sarebbe interessante vedere Sibilia al lavoro su altri progetti di genere azione e perché no, anche di fantascienza. Signori, c’è speranza per il cinema italiano.
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Voto di Axel Foley: 3 Evasioni dalla banda larga su 5
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